domenica 10 maggio 2015

Caduta libera! - Recensione



Di fronte ad un oggetto apparentemente semplice o semplicistico ci si ritrova a non sapere cosa dire, sia per la scarsità degli elementi e sia (parimenti) per la scarsità dei contenuti. Persino il mio retaggio semiologico non mi viene incontro nello scrivere questa recensione del nuovo quiz di Gerry Scotti, “Caduta libera!”, venuto a sostituire l'”Avanti un altro!” di Paolo Bonolis. Trattasi infatti di un game show del tutto ordinario e dalle regole basiche: un concorrente gareggia contro 10 rivali, sfidandoli a turno a colpi di domande di cultura generale, fino a quando riesce ad eliminarli tutti e a guadagnarsi il montepremi. Ogni concorrente eliminato viene risucchiato nell'imo d'una voragine che si apre sotto i suoi piedi e la stessa sorte spetta al concorrente sfidante se viene battuto da uno dei 10.

Questo giochetto si protrae per tutta la durata dello show, ovvero all'incirca un'ora, e date queste premesse che di certo non suggeriscono dinamismo, la trasmissione rischierebbe di risultare troppo monotona. Ma ecco che fa capolino la “novità”: a rompere (o impedire) la monotonia arriva la ritrovata esuberanza di Gerry Scotti, risbocciata rigogliosa grazie al ritmo frenetico dell'”Avanti un altro!” bonolisiano, che ha evidentemente temprato la corazza dell'irriverenza e dell'ironia del dottor Scotti, doti indispensabili per tenere in piedi un prodotto altrimenti fragile come “Caduta libera!”. Grazie quindi al tirocinio effettuato nel quiz di Bonolis, Scotti ha saputo e potuto riacquistare credibilità per potersi ripresentare al pubblico in veste di conduttore di quiz e allontanare così sempre più il destino da vecchio divo della tivù relegato a ruolo di giudice in qualche talent cui sembrava inesorabilmente designato.


Ecco allora che la semplicità delle dinamiche di gioco e la ritrovata irriverenza del conduttore fanno di “Caduta libera!” un quiz godibile e divertente, non di certo uno dei migliori in circolazione ma che almeno vale la pena vedere come alternativa alla prolissa e didascalica “Eredità” di Conti. Peccato però che gli ascolti non sembrerebbero al momento premiare il programma di Scotti, attestandosi appena alla sufficienza con una media del 18% di share, questo sia a causa dei gusti del pubblico non sempre molto chiari e sia a causa dell'assenza di “Avanti un altro!”, meritatamente in vacanza. Del resto, da un pubblico imbonito dalla retorica melodrammatica della D'Urso, assuefatto dalle vicende isolane di un manipolo di naufraghi vip e galvanizzato dalla spettacolarità del dolore e dei finti talent della De Filippi non c'è da aspettarsi nulla di buono, e i dati di ascolto che hanno premiato i suddetti programmi parlano da sé.