venerdì 24 ottobre 2014

Skylanders Trap Team ITA - Capitolo 3: Montagna Chompy

giovedì 2 ottobre 2014

L'autonomia della rete tra informazione e partecipazione

Che la rete ed i servizi ad essa connessi giocano oggi un ruolo fondamentale nella nostra società è indiscusso e ben evidente, soprattutto se si guarda al peso rilevante rappresentato dai social network, sempre più investiti da forti valori identitari dai loro possessori e sempre più vicini a diventare la (quasi) perfetta trasposizione virtuale della vita reale.

Nel campo dell'informazione la rete diviene incredibilmente strategica per quanto concerne i fattori della tempestività e dell'immediatezza della notizia, permettendo così la circolazione di informazioni in tempi limitati o quasi immediati e, parimenti, riducendo considerevolmente (per non dire completamente) i tempi e i costi di pubblicazione: ciò ha giovato non solo alle testate giornalistiche online che hanno così allargato il pubblico di fruitori grazie alle versioni digitali dei giornali cartacei, ma ha favorito anche la nascita di nuove forme di comunicazione giornalistica o paragiornalistica, come i blog o le pagine Facebook di determinati gruppi o personaggi noti.

Questo allargamento del ruolo dell'informazione a modi di comunicazione non prettamente legati a giornalisti professionisti o a tecnici del settore ha contribuito non solo a rendere più libera ed immediata la fruizione delle informazioni ma ha concesso l'opportunità di rendere la rete un luogo più democratico, consentendo a qualsiasi utente di divenire egli stesso una fonte di diffusione delle notizie: è ciò che viene comunemente definito “autocomunicazione di massa”, cioè l'autonoma capacità di ogni singolo individuo di divenire un vettore di contenuti e di gestire a sua volta la stesura e la circolazione di notizie, avendo facoltà di scegliere sia il contenuto delle stesse e sia il pubblico cui rivolgersi.

Con l'evolversi del concetto, ampiamente discusso, di “web 2.0”, queste forme di autocomunicazione di massa si sono via via moltiplicate sino a consentire a tutti gli individui online di divenire allo stesso tempo canali e diffusori di informazione, dando così vita ad un intricato e complesso circuito di fonti, notizie, articoli, immagini, commenti e video pressoché illimitato.

Questo processo ricopre una funzione assai interessante per quanto riguarda le capacità di ricoprire un ruolo duale dagli utenti, ovvero da un lato fruitori e dall'altro lato produttori di notizie: appare interessante sia perché, ritornando al concetto di democrazia citato poc'anzi, consente una circolazione di notizie più efficace e quantitativamente maggiore, e sia perché si tratta di pratiche creative dal basso”, spesso spontanee, a volte imprecise o grezze, ma che in ogni caso permettono la produzione autonoma e individuale di contenuti specifici e di poterli veicolare verso un gruppo ristretto di amici o di cultori di un determinato settore.

Tale considerazione sul ruolo svolto dalla rete ci porterebbe all'analisi, piuttosto complessa e articolata, da un lato sul tipo di individui che fanno uso dei servizi della rete e dall'altro ci consentirebbe di osservare le ripercussioni sociali ed effettive che tale meccanismo scatena nella realtà, ovvero offline. Sicché il discorso diverrebbe eccessivamente lungo, ci è sufficiente qui solo menzionare che il profilo sociale degli utenti che tendono a ricoprire tale ruolo duale e a possedere le adeguate competenze tecniche per l'utilizzo della rete si attesta, dal punto di vista anagrafico, in un range di età che oscilla fra i 15 e i 29 anni ed è caratterizzato prevalentemente da un pubblico di uomini. L'aspetto anagrafico non ricopre invece particolare rilevanza per quanto concerne la sola fruizione delle informazioni o l'accesso alla rete. Purtuttavia, se anche la rete svolge un ruolo davvero positivo nella visione d'insieme sin qui delineata, sorgono delle problematiche che rendono questo processo alquanto fallace, almeno in relazione ad alcuni fattori decisivi che possono così essere brevemente riassunti:
  1. la rete, ancor prima di ricoprire un ruolo è essa stessa un luogo assai particolare: in essa sono assenti i tre elementi cardine sui quali si fonda qualsivoglia nozione di luogo, ovvero lo spazio, il tempo e, soprattutto, il contesto di riferimento. In assenza di quest'ultimo aspetto, ogni argomento discusso in rete si presta ad essere considerato “fuori contesto” poiché inserito in un non-luogo dove lo spazio-tempo è assente o appena abbozzato. Mentre nella realtà immanente i discorsi vengono scatenati da diverse situazioni contestuali, nella rete tale processo non è spontaneo e viene pianificato a tavolino, rendendo perciò effimero lo stesso ruolo ricoperto dalle informazioni in esso circolanti;
  2. secondariamente, l'aspetto chiamato “azione collettiva individualizzata” rende assai bene il ruolo ricoperto dai singoli utenti che, se è vero che fanno parte della massa dei fruitori e dei produttori, è altresì vero che ogni individuo vale per se ed ogni sua azione effettuata online può non avere una corrispondenza con una medesima azione offline. È questo il caso dei tanti movimenti o gruppi sociali nati in rete e principalmente legati alla sfera della politica, quasi tutti epigoni del gruppo di pressione americano MoveOn.org nato per promuovere una petizione online contro l'allora presidente Clinton e gli scandali politici ad esso legati; l'inefficacia dei social network la si riscontra in una notevole divergenza fra partecipazione online e offline: è il fenomeno noto col nome di “clicktivism” che evidenzia proprio una netta divergenza quantitativa fra il numero dei “mi piace” e il numero dei partecipanti alle proteste e/o agli incontri: è questo il caso lampante del Popolo Viola nato nel 2009 per richiedere le dimissioni di Berlusconi, oppure del ben più noto MoVimento 5 Stelle, dove, se in rete la partecipazione di iscritti ai gruppi, ai forum e alle discussioni era incredibilmente elevata, la medesima euforia non si è tradotta in termini di assenso e partecipazione ai gruppi ed agli incontri offline, che hanno invece registrato un'affluenza esigua rispetto alle aspettative;
  3. il più importante e rilevante problema ancora oggi presente nella rete riguarda la sua incapacità di essere indipendente dagli altri mezzi di comunicazione, i quali sono al contrario vitali per dare un senso al peso della rete: in altre parole, se ad una data notizia che circola in rete non viene dato risalto da un altro media che la riprende e la trasmette a sua volta ad altri media, essa rischierebbe di passare inosservata, compromettendo perciò il ruolo strategico che invece la rete intenderebbe rivendicare. Questo dimostra l'evidente sudditanza della rete dagli altri media, senza i quali essa non avrebbe risalto alcuno e tutte le nuove forme di comunicazione sopraccitate diverrebbero inutili poiché fini a se stesse o utili ad un limitatissimo gruppo di persone.
Queste ultime considerazioni ci portano a concludere quanto il divario digitale sia ancora molto forte nella società e di quanto lavoro vi è ancora da fare per allargare e diffondere l'utilizzo della rete e dei suoi servizi a tutti i cittadini; tale aspetto è avvalorato dal tipo di fruitori di internet che, come abbiamo visto, si presentano prevalentemente giovani e ritengono strategico l'utilizzo di nuove forme mediali di comunicazione solo perché tali strumenti rientrano nel loro bagaglio culturale e dai quali perciò non possono prescindere. La parte restante della popolazione guarda ai nuovi media con scetticismo, continuando a preferire come fonti utili di informazione i quotidiani cartacei e la televisione.

Un altro aspetto negativo della rete è l'eccessiva democrazia e libertà di opinione: nascosti dall'anonimato di un nickname molti autori si accollano la facoltà di sentenziare giudizi e commenti che talvolta ledono la dignità altrui e che, comprensibilmente, rischiano di danneggiare il ruolo stesso della rete che diviene così talmente democratica che al suo interno si possono trovare tante notizie buone ed attendibili quanto cattive o poco credibili. Perciò, il cittadino che consulta la rete deve intraprendere un lavoro di ricerca delle informazioni possibilmente attendibili ben maggiore rispetto a quello che deve compiere un utente televisivo che conosce gli orari esatti di messa in onda dei notiziari e che sceglie quelli a cui prestare più attenzione.

L'ennesimo aspetto negativo è legato alle capacità e conoscenze nell'uso dei nuovi media giacché diviene cruciale acquisire conoscenze pratiche e tecniche per confrontarsi con i nuovi dispositivi e le relative interfacce; tale aspetto rischia di divenire assai problematico per quell'ampia fascia di popolazione anziana o che comunque non dispone di nessun dispositivo per l'accesso alla rete.

In definitiva, il peso della rete oggi, come abbiamo avuto modo di vedere seppur sinteticamente, se da un lato è importante, dall'altro è ancora incapace di essere autosufficiente e deve perciò fare affidamento sull'appoggio di altri media, la tv in particolare, che riescono a dare risalto alle informazioni circolanti nel web.

Abbiamo quindi visto due brevissimi esempi che hanno dimostrano quanto sinora affermato: per prima cosa ho fatto menzione all'aspetto della partecipazione online in riferimento all'ambito politico e di come non vi sia un rapporto diretto e quantitativamente preciso fra attivismo online e offline, sintomo di una dipendenza autonoma di pensiero e di azione dei singoli utenti e di come la rete non giochi ancora un ruolo così determinante come si tende a credere; dopodiché mi sono dedicato all'aspetto ricoperto dalle notizie (più che sulle fonti) che circolano in rete e di quanto il loro peso sia in realtà assai leggero in merito alla facoltà di manipolare e/o sensibilizzare l'opinione pubblica; perciò, una notizia diffusa in rete, se non fosse ripresa da altri media (la tv in primis), rischierebbe di non avere alcun tipo di risalto mediatico e verrebbe fruita solo da un limitatissimo numero di utenti, ovvero gli stessi che hanno accesso alla rete e che ne conoscono i meccanismi nonché gli stessi che quelle notizie le hanno precedentemente diffuse.


In un futuro forse non eccessivamente lontano questa rotta verrà senza dubbio invertita, ma a due condizioni: i) investire sull'infrastruttura tecnologica per consentire alla rete di assumere un ruolo preminente sugli altri media, sostituire la televisione ed essere preferita come principale mezzo e canale di informazione e ii) ridurre ed abbattere il divario digitale, in modo da annullare le differenze sull'utilizzo dei nuovi media, estenderne l'uso sino a creare così una stretta interdipendenza fra vita reale e profili online, inducendo in tal modo i cittadini a usufruire della rete per necessità. Quest'ultimo aspetto, che sottolinea la futura complementarità fra vita reale e identità digitale, nonostante possa suscitare in un primo momento atmosfere fantascientifiche, diverrà probabilmente la normalità e ciò sta a significare quanto la dimensione virtuale giocherà un ruolo notevolmente più strategico di come invece ancora oggi viene percepita. Pensare all'universo virtuale come la naturale deriva culturale di un domani non è pura fantascienza ma diverrà l'unico modo per interagire in maniera diretta e senza barriere con il web ed i servizi ad esso correlati.