Che
la rete ed i servizi ad essa connessi giocano oggi un ruolo
fondamentale nella nostra società è indiscusso e ben evidente,
soprattutto se si guarda al peso rilevante rappresentato dai social
network, sempre più investiti da forti valori identitari dai loro
possessori e sempre più vicini a diventare la (quasi) perfetta
trasposizione virtuale della vita reale.
Nel
campo dell'informazione la rete diviene incredibilmente strategica
per quanto concerne i fattori della tempestività e dell'immediatezza
della notizia, permettendo così la circolazione di informazioni in
tempi limitati o quasi immediati e, parimenti, riducendo
considerevolmente (per non dire completamente) i tempi e i costi di
pubblicazione: ciò ha giovato non solo alle testate giornalistiche
online che hanno così allargato il pubblico di fruitori grazie alle
versioni digitali dei giornali cartacei, ma ha favorito anche la
nascita di nuove forme di comunicazione giornalistica o
paragiornalistica, come i blog o le pagine Facebook di determinati
gruppi o personaggi noti.
Questo
allargamento del ruolo dell'informazione a modi di comunicazione non
prettamente legati a giornalisti professionisti o a tecnici del
settore ha contribuito non solo a rendere più libera ed immediata la
fruizione delle informazioni ma ha concesso l'opportunità di rendere
la rete un luogo più democratico, consentendo a qualsiasi utente di
divenire egli stesso una fonte di diffusione delle notizie: è ciò
che viene comunemente definito “autocomunicazione
di massa”,
cioè l'autonoma capacità di ogni singolo individuo di divenire un
vettore di contenuti e di gestire a sua volta la stesura e la
circolazione di notizie, avendo facoltà di scegliere sia il
contenuto delle stesse e sia il pubblico cui rivolgersi.
Con l'evolversi del
concetto, ampiamente discusso, di “web 2.0”, queste forme di
autocomunicazione di massa si sono via via moltiplicate sino a
consentire a tutti gli individui online di divenire allo stesso tempo
canali e diffusori di informazione, dando così vita ad un intricato
e complesso circuito di fonti, notizie, articoli, immagini, commenti
e video pressoché illimitato.
Questo
processo ricopre una funzione assai interessante per quanto riguarda
le capacità
di ricoprire un ruolo duale dagli utenti, ovvero da un lato fruitori
e dall'altro lato produttori di notizie: appare interessante sia
perché, ritornando al concetto di democrazia citato poc'anzi,
consente una circolazione di notizie più efficace e
quantitativamente maggiore, e sia perché si tratta di “pratiche
creative dal basso”,
spesso spontanee, a volte imprecise o grezze, ma che in ogni caso
permettono la produzione autonoma e individuale di contenuti
specifici e di poterli veicolare verso un gruppo ristretto di amici o
di cultori di un determinato settore.
Tale considerazione sul
ruolo svolto dalla rete ci porterebbe all'analisi, piuttosto
complessa e articolata, da un lato sul tipo di individui che fanno
uso dei servizi della rete e dall'altro ci consentirebbe di osservare
le ripercussioni sociali ed effettive che tale meccanismo scatena
nella realtà, ovvero offline. Sicché il discorso diverrebbe
eccessivamente lungo, ci è sufficiente qui solo menzionare che il
profilo sociale degli utenti che tendono a ricoprire tale ruolo duale
e a possedere le adeguate competenze tecniche per l'utilizzo della
rete si attesta, dal punto di vista anagrafico, in un range di età
che oscilla fra i 15 e i 29 anni ed è caratterizzato prevalentemente
da un pubblico di uomini. L'aspetto anagrafico non ricopre invece
particolare rilevanza per quanto concerne la sola fruizione delle
informazioni o l'accesso alla rete. Purtuttavia, se anche la
rete svolge un ruolo davvero positivo nella visione d'insieme sin qui
delineata, sorgono delle problematiche che rendono questo processo
alquanto fallace, almeno in relazione ad alcuni fattori decisivi che
possono così essere brevemente riassunti:
- la rete, ancor prima di ricoprire un ruolo è essa stessa un luogo assai particolare: in essa sono assenti i tre elementi cardine sui quali si fonda qualsivoglia nozione di luogo, ovvero lo spazio, il tempo e, soprattutto, il contesto di riferimento. In assenza di quest'ultimo aspetto, ogni argomento discusso in rete si presta ad essere considerato “fuori contesto” poiché inserito in un non-luogo dove lo spazio-tempo è assente o appena abbozzato. Mentre nella realtà immanente i discorsi vengono scatenati da diverse situazioni contestuali, nella rete tale processo non è spontaneo e viene pianificato a tavolino, rendendo perciò effimero lo stesso ruolo ricoperto dalle informazioni in esso circolanti;
- secondariamente, l'aspetto chiamato “azione collettiva individualizzata” rende assai bene il ruolo ricoperto dai singoli utenti che, se è vero che fanno parte della massa dei fruitori e dei produttori, è altresì vero che ogni individuo vale per se ed ogni sua azione effettuata online può non avere una corrispondenza con una medesima azione offline. È questo il caso dei tanti movimenti o gruppi sociali nati in rete e principalmente legati alla sfera della politica, quasi tutti epigoni del gruppo di pressione americano MoveOn.org nato per promuovere una petizione online contro l'allora presidente Clinton e gli scandali politici ad esso legati; l'inefficacia dei social network la si riscontra in una notevole divergenza fra partecipazione online e offline: è il fenomeno noto col nome di “clicktivism” che evidenzia proprio una netta divergenza quantitativa fra il numero dei “mi piace” e il numero dei partecipanti alle proteste e/o agli incontri: è questo il caso lampante del Popolo Viola nato nel 2009 per richiedere le dimissioni di Berlusconi, oppure del ben più noto MoVimento 5 Stelle, dove, se in rete la partecipazione di iscritti ai gruppi, ai forum e alle discussioni era incredibilmente elevata, la medesima euforia non si è tradotta in termini di assenso e partecipazione ai gruppi ed agli incontri offline, che hanno invece registrato un'affluenza esigua rispetto alle aspettative;
- il più importante e rilevante problema ancora oggi presente nella rete riguarda la sua incapacità di essere indipendente dagli altri mezzi di comunicazione, i quali sono al contrario vitali per dare un senso al peso della rete: in altre parole, se ad una data notizia che circola in rete non viene dato risalto da un altro media che la riprende e la trasmette a sua volta ad altri media, essa rischierebbe di passare inosservata, compromettendo perciò il ruolo strategico che invece la rete intenderebbe rivendicare. Questo dimostra l'evidente sudditanza della rete dagli altri media, senza i quali essa non avrebbe risalto alcuno e tutte le nuove forme di comunicazione sopraccitate diverrebbero inutili poiché fini a se stesse o utili ad un limitatissimo gruppo di persone.
Queste
ultime considerazioni ci portano a concludere quanto il divario
digitale
sia ancora molto forte nella società e di quanto lavoro vi è ancora
da fare per allargare e diffondere l'utilizzo della rete e dei suoi
servizi a tutti i cittadini; tale aspetto è avvalorato dal tipo di
fruitori di internet che, come abbiamo visto, si presentano
prevalentemente giovani e ritengono strategico l'utilizzo di nuove
forme mediali di comunicazione solo perché tali strumenti rientrano
nel loro bagaglio culturale e dai quali perciò non possono
prescindere. La parte restante della popolazione guarda ai nuovi
media con scetticismo, continuando a preferire come fonti utili di
informazione i quotidiani cartacei e la televisione.
Un
altro aspetto negativo della rete è l'eccessiva
democrazia
e libertà di opinione: nascosti dall'anonimato di un nickname molti
autori si accollano la facoltà di sentenziare giudizi e commenti che
talvolta ledono la dignità altrui e che, comprensibilmente,
rischiano di danneggiare il ruolo stesso della rete che diviene così
talmente democratica che al suo interno si possono trovare tante
notizie buone ed attendibili quanto cattive o poco credibili. Perciò,
il cittadino che consulta la rete deve intraprendere un lavoro di
ricerca delle informazioni possibilmente attendibili ben maggiore
rispetto a quello che deve compiere un utente televisivo che conosce
gli orari esatti di messa in onda dei notiziari e che sceglie quelli
a cui prestare più attenzione.
L'ennesimo aspetto
negativo è legato alle capacità e conoscenze nell'uso dei nuovi
media giacché diviene cruciale acquisire conoscenze pratiche e
tecniche per confrontarsi con i nuovi dispositivi e le relative
interfacce; tale aspetto rischia di divenire assai problematico per
quell'ampia fascia di popolazione anziana o che comunque non dispone
di nessun dispositivo per l'accesso alla rete.
In definitiva, il peso
della rete oggi, come abbiamo avuto modo di vedere seppur
sinteticamente, se da un lato è importante, dall'altro è ancora
incapace di essere autosufficiente e deve perciò fare affidamento
sull'appoggio di altri media, la tv in particolare, che riescono a
dare risalto alle informazioni circolanti nel web.
Abbiamo
quindi visto due brevissimi esempi che hanno dimostrano quanto sinora
affermato: per prima cosa ho fatto menzione all'aspetto della
partecipazione
online
in riferimento all'ambito politico e di come non vi sia un rapporto
diretto e quantitativamente preciso fra attivismo online e offline,
sintomo di una dipendenza autonoma di pensiero e di azione dei
singoli utenti e di come la rete non giochi ancora un ruolo così
determinante come si tende a credere; dopodiché mi sono dedicato
all'aspetto ricoperto dalle notizie (più che sulle fonti) che
circolano in rete e di quanto il loro peso sia in realtà assai
leggero in merito alla facoltà di manipolare e/o sensibilizzare
l'opinione pubblica; perciò, una notizia diffusa in rete, se non
fosse ripresa da altri media (la tv in primis), rischierebbe di non
avere alcun tipo di risalto mediatico e verrebbe fruita solo da un
limitatissimo numero di utenti, ovvero gli stessi che hanno accesso
alla rete e che ne conoscono i meccanismi nonché gli stessi che
quelle notizie le hanno precedentemente diffuse.
In un futuro forse non
eccessivamente lontano questa rotta verrà senza dubbio invertita, ma
a due condizioni: i) investire sull'infrastruttura tecnologica per
consentire alla rete di assumere un ruolo preminente sugli altri
media, sostituire la televisione ed essere preferita come principale
mezzo e canale di informazione e ii) ridurre ed abbattere il divario
digitale, in modo da annullare le differenze sull'utilizzo dei nuovi
media, estenderne l'uso sino a creare così una stretta
interdipendenza fra vita reale e profili online, inducendo in tal
modo i cittadini a usufruire della rete per necessità. Quest'ultimo
aspetto, che sottolinea la futura complementarità fra vita reale e
identità digitale, nonostante possa suscitare in un primo momento
atmosfere fantascientifiche, diverrà probabilmente la normalità e
ciò sta a significare quanto la dimensione virtuale giocherà un
ruolo notevolmente più strategico di come invece ancora oggi viene
percepita. Pensare all'universo virtuale come la naturale deriva
culturale di un domani non è pura fantascienza ma diverrà l'unico
modo per interagire in maniera diretta e senza barriere con il web ed
i servizi ad esso correlati.
Nessun commento:
Posta un commento