venerdì 13 settembre 2013

Forum - Recensione

Dedichiamoci ora all'analisi di uno dei più longevi programmi delle reti Mediaset, ovvero il tribunale televisivo di “Forum”, un format evidentemente assai vincente poiché viene riproposto sistematicamente ormai da più di 20 anni. La formula del programma, per chi non lo conoscesse, è in se molto semplice: vi sono due contendenti che espongono un determinato fatto ad un giudice, esponendo rispettivamente la propria versione dell'accaduto ed avanzando conseguentemente diverse richieste per la risoluzione dello stesso. Il giudice, dopo essersi appartato in “camera di consiglio”, esporrà la propria sentenza a favore di uno o dell'altro contendente.

Questa impostazione dello show è risultata di notevole interesse, poiché “Forum” rappresenta il primo tentativo di introduzione della dottrina del diritto nel vasto e variegato panorama della televisione, poco incline a contenuti culturali o di divulgazione scientifica, in particolare sulle reti commerciali del biscione. Purtuttavia, questo esperimento sembra essere riuscito bene giacché, come già accennato, il pubblico lo apprezza e continua a seguirlo con una certa costanza, nonostante negli anni la formula del programma sia stata più volte maneggiata, pur senza snaturarne la struttura portante. Questi cambiamenti contenutistici sono spesso stati propedeutici sia ad un rinnovamento del programma stesso e sia utili (e necessari) all'avvicendamento delle diverse conduttrici che hanno prestato il loro volto alla trasmissione. Ad ogni cambio di conduttrice è di solito seguito anche un cambio dello show: non è stata sempre la norma ma si è ripetuto diverse volte. È perciò anche questo il caso di Barbara Palombelli, nuovo volto della trasmissione che prende il posto di Rita Dalla Chiesa che abbandona il programma dopo 10 anni.

Bisogna primariamente affermare che il pretesto del programma è quello di disquisire di diritto con il pubblico, attingendo dalla Costituzione italiana e dal Codice civile in primis: i dibattimenti introdotti dallo show si rivelano perciò propedeutici a discussioni di natura legislativa di base, casi elementari sui quali qualsivoglia cittadino può ritrovarsi coinvolto e, parallelamente, incentivare il coinvolgimento diretto dello spettatore, il quale non potrà sottrarsi dal tentativo di prendere posizione per uno dei due contendenti. Ecco quindi che, sino all'ultima edizione condotta da Rita Dalla Chiesa, i protagonisti di “Forum” altro non erano che figuranti dotati di un copione e indottrinati alla personificazione di un soggetto avente un qualsiasi problema con un rivale: poco importava la natura del problema o la gravità dello stesso, in ogni caso bisognava discuterne in televisione. Questo particolare diviene di primaria importanza poiché ci rimanda a quell'aspetto di infotainment che, inevitabilmente, rischia di sfociare nella cosiddetta “tv del dolore” di cui già ci siamo occupati in passato. Nel nostro caso, l'esame diviene complesso perché se è vero che le storie raccontate a “Forum” sono del tutto inventate, è altresì vero che queste messinscene stanno alla base di una funzione informativa, didattica dello show: in poche parole, storie false ma conseguenze e spiegazioni (plausibilmente) vere. Vere perché giuridicamente fondate, scientificamente approvate. L'intento quindi non è coinvolgere patemicamente lo spettatore, crogiolarlo in un'empatia complice con l'attore/contendente in studio, ma indottrinare il pubblico snocciolando informazioni di carattere giuridico, divulgandone la cultura. A latere di questa visione, forse per alcuni un po' troppo buonista, non bisogna comunque dimenticare il sostrato di surrettizia “menzogna”, l'evidente falsità d'intenti dei contendenti, presenti in studio solo per l'esposizione di una causa fittizia. Perciò, se ci dovessimo appellare eminentemente a quest'ultimo aspetto, il programma diverrebbe semplicemente una grande pantomima, e i giudici (veri) starebbero al gioco. Una visione decisamente rispettabile, e probabilmente molto vicina alla realtà, ma che in ogni caso non prende in considerazione la sopraccitata funzione didattica e informativa, che comunque viene fornita al termine di ogni causa.

Qualsiasi sia la posizione che si decide di prendere, resta indiscusso il fatto che l'intento del programma è quello di informare e l'atto stesso di informare prevede dati certi, comprovati ed accettati come nel caso della materia del diritto. In altre parole: qualsiasi sia la natura della causa messa in scena nel programma (vera o appositamente inventata), così come la natura dei contendenti (veri o attori che siano) il fine ultimo della trasmissione è l'informazione, non una a caso ma quella giuridica. Questo risulta quindi l'aspetto saliente del programma che, in quanto tale, deve altresì intrattenere un pubblico televisivo e non limitarsi pedissequamente a divulgare leggi, sentenze, commi, articoli et similia. Ecco quindi che ritorna in gioco la causa messa in luce dai contendenti, che risulta utile anche al pubblico in studio sia per prendere posizione e sia per dare adito ai ragionamenti più disparati, talvolta eccessivi, talaltra chiassosi, sfociando così nella rissa televisiva tanto cara al trash. Al di la dell'effetto che scatena la discussione in studio, possiamo individuare due ruoli giocati dalle cause di “Forum”: il primo è essenzialmente utile ad incentivare il contraddittorio, mettendo in evidenza le diverse problematiche di tutti i giorni nelle quali tutti possiamo essere coinvolti; il secondo è un ruolo appunto divulgativo, poiché proprio a questo servono le cause portate in televisione dai contendenti.

Ma nell'edizione condotta da Barbara Palombelli il contenuto del programma subisce diverse variazioni, accentuando primariamente il suo carattere informativo: le cause non solo adempiono ai ruoli sopraccitati ma sono utili all'introduzione in studio di esperti vari che propongono la loro versione professionale sul dibattimento in corso, così come a queste figure si affiancano soggetti rimasti coinvolti in prima persona in casi analoghi a quelli trattati; allo stesso modo, la trasmissione si è aperta (nuovamente, poiché già era accaduto in una delle edizioni condotte da Paola Perego) anche ad interventi d'aiuto provenienti dall'esterno, ovvero cittadini/e che si rivolgono direttamente al giudice per avere un parere tecnico in merito ad un certo problema.

La seconda modifica dello show è relativa ai contendenti stessi, e per forza di cose anche alle cause: diviene ora difficile stabilire aprioristicamente se i soggetti siano dei figuranti ammaestrati oppure veri contendenti: resta il fatto che, qualora essi siano effettivamente sinceri, viene dimostrata una certa naturalezza nell'esposizione di temi a volte così personali ed intimi dinnanzi ad un anonimo pubblico televisivo, corroborando così, ancora una volta, quel sottile confine che separa la tv di informazione dal più banale infotainment. La drammaticità dei temi trattati, sovente davvero troppo crudi e lacrimevoli, rassomiglia vagamente a quel modo di fare tipicamente defilippico, già trattato nel post di C'è posta per te: il parossismo delle tematiche sfocia nel dramma praticamente in ogni puntata, con tanto di ospiti in lacrime, videomessaggi nostalgici con musiche strappalacrime in sottofondo e, come già accennato, riottosi battibecchi fra il pubblico.
Se da un lato l'aspetto informativo risulta rinforzato, dall'altro lato l'aspetto spettacolare delle cause viene parimenti accentuato, con l'effettivo risultato di uno sbandamento nel trash e nella becera tv del dolore, indipendentemente dalla veridicità sia delle cause che dei contendenti.

Un ultimo commento spetta a Barbara Palombelli, alle prese con la sua “prima volta” alla conduzione di un intero programma tutto suo ed in questa nuova veste essa mette in evidenza alcuni pregi e difetti: fra i pregi vi è senza dubbio l'essere precisa e circostanziata nell'esposizione delle cause e nel dare spazio agli ospiti ed agli esperti; fra i difetti va notato il suo non essere avvezza ai ritmi televisivi, come quando si accavalla sui discorsi altrui senza smettere di parlare oppure quando, per adempiere al suo ruolo di conduttrice, non sa come riempire alcuni vuoti nella trasmissione, lasciandosi andare in sconnessi giri di parole senza poi avere detto nulla oppure, ancora, quando giunge il momento dello stacco pubblicitario non lo annuncia affatto, limitandosi a dare l'appuntamento “a fra pochissimo”, senza spiegare perché.

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