Parliamo ora di "G'Day", il preserale condotto da Geppi Cucciari in onda su La7. Il simpatico G'Day è nato un po' in sordina poco più di un anno fa, quando La7 era vista come l'ultima spiaggia da parte di tutti quei conduttori rimasti orfani di un contratto multimilionario che garantisse loro l'adeguata fama e visibilità. L'idea del programma è quella di un piccolo contenitore tascabile d'attualità condita con un pizzico d'ironia: la breve scaletta in stile Brunetta prevede una "grandomanda", ovvero un quesito su un particolare fatto del giorno, la quale funge da filo conduttore di tutta la puntata. A fare da spalla alla conduttrice si trova l'insipido giornalista di sinistra barbuto Matteo Bordone, il quale se un giorno venisse sostituito da un manichino per i crash test nessuno se ne accorgerebbe.
Bene, questo programma possiede due problemi direi molto gravi:
- la conduttrice non si fa capire quando parla, sia perché il suo vigoroso accento sardo di certo non aiuta l'udito e sia perché ella si mangia le parole a causa della furia impetuosa con la quale disquisisce;
- il programma è fin troppo breve (dura soltanto mezz'ora) per poter contenere tutte le idee simpatiche e carine che condiscono la trasmissione e che fuoriescono dalle brillanti menti sottopagate de La7.
Se per il primo problema l'unica soluzione è prendere lezioni di dizione o rivolgersi a un audace logopedista, ma che non sembra interessare la conduttrice, per il secondo grattacapo la soluzione è solo una: allungare il programma al fine di poter contenere tutto ciò che è contenibile. Allo stato di fatto, il programma brilla d'inventiva, di idee sagaci e di battute fulminee nonché fulminanti da parte della conduttrice; l'aria che si respira è pregna di ironia, l'ilarità dilaga rubiconda, la flebile satira aleggia furtiva: insomma, lo spirito e l'ambientazione di un programma d'attualità a sfondo satirico ci sono eccome e sono il punto forte del programma, insieme alle strampalate quanto sorprendenti ed agghiaccianti rubriche con protagoniste le persone della strada disposte a dichiarare talvolta l'indicibile. Il tutto però viene a complicarsi e ad intasarsi a causa della routine frenetica e della smania che inducono la simpatica Geppi a fare tutto di fretta, spesso arrivando addirittura a trascurare l'ospite nel frigo e a dedicargli solo un paio di battute; sovente capita di saltare intere rubriche, come quella delle surreali telefonate in diretta da parte del pubblico, oppure a quiz e giochi troncati prima del dovuto a causa della scarsità di tempo a disposizione. Troppa fretta, troppa confusione, troppo delirio, G'Day dovrebbe essere visto in modalità moviola, dovrebbe essere condotto con più calma e soprattutto con meno voglia di fare, in particolar modo quando il tempo è poco e non è possibile fare tutto ciò che si vorrebbe.
In ogni caso, il programma arranca e funziona, la conduttrice è una spumeggiante donna dalla battuta sempre pronta che evidentemente piace molto al pubblico, grazie anche ai suoi modi garbati e al suo non essere volgare.
Ma poi, finalmente, arriva il momento della rivincita e il direttore di rete si rende conto che G'Day necessita di essere allungato un pochino, per permettere di dare un po' di respiro sia agli autori e sia al pubblico che lo segue da casa. Vengono così accreditati quasi 30 minuti in più ai 30 precedenti, permettendo alla piccola creatura de La7 di crescere e diventare un discreto programmino da traino al Tg La7, escluse le volte in cui Mentana decide di fare uno speciale interrompendo la programmazione della rete per almeno 48 ore.
Sorge quindi il dilemma di come poter impiegare abilmente quei nuovi 30 minuti, che dovrebbero essere centellinati secondo per secondo viste le idee originali dimostrate sino a questo momento dagli autori. Ebbene, la sola idea astuta che è affiorata dalle loro menti è stata quella di affidare un collegamento esterno a nientepopòdimenoche Michele Cucuzza, che per anni ha spedito inviati a casa dei vips e dei non vips e ora si ritrova lui a fare l'inviato nelle dimore di emeriti sconosciuti. L'idea in se non è male, anzi è fonte di continue battute di Geppi in merito all'arredamento delle case in cui il Cucuzza fa l'inviato, il problema è che questi nuovi collegamenti durano eccessivamente poco, quindi perdono d'utilità, senza contare il fatto che i membri delle famiglie collegate fungono solo da ricettori passivi delle battute di Geppi, senza poter intervenire o contribuire in modo davvero utile.
Un altro sagace stratagemma estrapolato dalla mente degli autori è stato quello di inscenare delle sottospecie di finte maratone di solidarietà totalmente insensate ed affidate ad un inviato esterno, di solito il simpatico Alessandro Di Sarno, il quale tenta in tutti i modi di coinvolgere più persone possibili alla causa fasulla mandata avanti dal programma. Anche per questa seconda idea valgono le osservazioni fatte precedentemente, anche se, bisogna ammetterlo, spesso gli inviati sono davvero divertenti e il collegamento appare in un certo senso utile allo spirito godereccio del programma.
Per il resto, la trasmissione presenta i medesimi contenuti della versione ridotta precedente, le uniche novità di scaletta sono rappresentate dall'accorciamento del tempo di risposta tramite televoto per esprimersi sulla "grandomanda" e dallo spostamento all'ultimo minuto di messa in onda della rubrica portante dello show, ovvero "I vostri titoli", poi di nuovo spostata all'inizio del programma. A parte ciò, possiamo dire che lo show è in un certo senso peggiorato e non poco, anche se in questioni puramente tecniche che probabilmente il pubblico non coglie immediatamente o a cui non presta proprio attenzione, a cominciare da uno degli elementi salienti della scenografia, ovvero il celeberrimo frigo rosso nel quale era rinchiuso l'ospite, ora trasformato in una sottospecie di loculo rosso casereccio che fa il verso alle toilette componibili dei cantieri edili. E' stato così imbruttito un elemento tipico del programma: dove prima l'ospite era rinchiuso in un frigo e virtualmente inaccessibile, ora l'ospite si è materializzato in carne e ossa all'interno di un non-frigo, per altro in parte coperto al pubblico da due ante incredibilmente grandi. Le medesime e giganti ante coprono addirittura la conduttrice quando deve munirsi di biglietti e cartoncini vari posti a lato del frigo/loculo. Anche uno scenografo da quattro soldi sa che l'errore grossolano di rendere invisibile il conduttore a causa di elementi di scena scadenti non si deve proprio fare, così come non si deve commettere l'errore di riempire uno studio piccolo di troppe telecamere le quali devono inquadrare troppe parti del medesimo studio del quale è stato occupato ogni piccolo e misero spazio pur di riempirlo oltre il consentito. La conduttrice stessa non nasconde l'impasse causata dallo smarrimento indotto dalle troppe inquadrature, per non parlare di assistenti di studio che sbraitano indicazioni su come proseguire nella scaletta i quali non si preoccupano affatto di non essere sentiti. Per finire, qualcuno dovrebbe informare il povero Matteo Bordone che quando parla ha una telecamera che lo inquadra per bene, quindi non è buona educazione nonché cattivo comportamento quello di parlare rivolgendo lo sguardo fuori dall'inquadratura, guardando chissà cosa. Bisogna guardare la camera, quella con la lucina rossa accesa, non altrove, ok Matteo? Dai che non è difficile.
Ammetto che non è facile ristrutturare e rifare da capo un programma in corso d'opera, però si poteva davvero fare di più e dimostrarsi meno impreparati agli occhi di chi guarda.
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