martedì 1 maggio 2012

Scherzi a parte varietà - Recensione



Reduci dalle due fortunate edizioni sanremesi e dopo avere scontato una lunga e ripetitiva gavetta nei panni di Iene, a Luca Bizzarri e a Paolo Kessisoglu viene affidato l'arduo compito di riesumare il noto e ormai stantio "Scherzi a parte", celeberrimo programma di scherzi e marachelle ai danni dei vips, il quale può a buon diritto rappresentare uno dei programmi di punta delle reti Mediaset.

Ebbene, come detto il problema dello show era l'ormai evidente routine testimoniata da una sequela di edizioni pressoché tutte eguali che non hanno fatto altro che condurre lo spettacolo ad un inesorabile declino, testimoniato invero dal calo di ascolti dell'edizione del 2009. Da allora l'amato "Scherzi a parte" è stato cancellato dai palinsesti di Canale 5 subendo così un periodo di stagnazione, sino a quando alla signora Ruffini viene l'idea di riesumare il noto spettacolo affidandone la conduzione a quei buontemponi di Luca e Paolo, che tante soddisfazioni hanno portato a casa Mediaset.

La versione di Luca e Paolo di "Scherzi a parte" gode di una principale novità, che trasforma totalmente l'ormai nota impostazione del programma, ovvero quella di trasformarlo in un varietà. Impresa non facile, proprio in virtù della difficoltà nel maneggiare un genere televisivo come quello in questione il quale, come si intuisce dal nome, incorpora al suo interno eterogenei stili televisivi e pertanto la conduzione non deve essere da meno: un varietà presentato da un conduttore inesperto e impreparato è uno degli errori più gravi che l'umanità possa sopportare, diviene qualcosa di inguardabile ed inascoltabile. Ma, incredibilmente, non è questo il caso di Luca e Paolo i quali, come sempre, si rivelano all'altezza del ruolo a loro affidato e trasudano sicurezza sul palcoscenico, dando prova (o rassicurazione) al pubblico di essere i Luca e Paolo di sempre, irriverenti e senza peli sulla lingua. Vi è però un problema di fondo, forse trascurabile ma neanche troppo: la comicità irriverente e godereccia della coppia è tollerabile, ma fino ad un certo punto. Ovvero, detta in altre parole, non è possibile starsene per due ore davanti alla tv a sorbirsi i monologhi di Luca e Paolo, al pubblico serve anche altro, vi è necessità di un conduttore che non abbia la pretesa di intrattenere il pubblico solo a suon di battute, bisogna essere in grado di saper riempire i buchi o i momenti di noia con altro. Ecco allora che dalla comicità dei due genovesi si passa a grotteschi siparietti dove viene inscenato un game show d'altri tempi che odora di naftalina, dove la sola cosa che affiora dalla memoria sono i tanti ricordi legati a programmi che non ci sono più, come il "Gioco delle coppie" o "La ruota della fortuna". Siamo quindi difronte ad un riciclo televisivo perpetuo, dove per riempire due ore di trasmissione si è costretti a riesumare vecchi e stantii format dei quali non interessa più a nessuno.

Ma l'anima di "Scherzi a parte" com'è ben noto risiede negli scherzi fatti ai vip, ed ecco quindi che prontamente Luca e Paolo presentano gli attesi nuovi scherzi con un lancio "alla Sanremo". Ma anche qui c'è una falla nel programma: gli scherzi presentati appaiono totalmente slegati dal resto della trasmissione, come se non centrassero nulla con i contenuti dello show. Questo è forse l'aspetto più grave che fa traballare tutta la pericolante impalcatura posticcia sulla quale è retto questo varietà. 

Per quanto riguarda la qualità degli scherzi i livelli sono notevolmente peggiorati e vengono propinati ai telespettatori gag e messinscena che sanno di già visto, mentre altri sono delle vere chicche. In merito alla presunta veridicità degli scherzi, la questione è vecchia tanto quanto il programma. Possiamo così riassumere il discorso per fare chiarezza (nel caso ve ne fosse bisogno):
  • vi sono vip ai quali viene chiaramente detto di essere vittime dello scherzo prima che le riprese abbiano inizio, chiedendo loro di assumere comportamenti e reazioni più naturali possibili. Questi sono di solito personaggi molto conosciuti i quali se non fossero al corrente dello scherzo, una volta scoperto potrebbero o non firmare la liberatoria per la messa in onda dello stesso oppure dare luogo ad una gargantuesca causa legale nei confronti della rete;
  • vi sono poi vip ai quali viene solo accennato che potrebbe succedere loro qualche evento inaspettato o fuori dal comune, sempre per i motivi legali o di messa in onda di prima. Anche per loro vale la richiesta di cercare di essere più naturali possibile, anche se in alcuni casi le loro reazioni saranno pressoché credibili e spontanee;
  • infine, vi sono le vere e proprie vittime degli scherzi, coloro che sono all'insaputa di tutto e che daranno prova delle loro reali reazioni ed emozioni. Si tratta in questo caso di personaggi poco celebri e scarsamente conosciuti i quali, anche se vengono ridicolizzati dallo scherzo, godono comunque di un certo riscontro di popolarità da parte del pubblico e questo non può che giovare loro.
Spetta chiaramente al telespettatore saper riconoscere quali scherzi sono presumibilmente veri e quali invece sono delle totali ed evidenti montature.

L'unica e piacevole nota positiva del programma è rappresentata dal celebre motivo musicale di "Scherzi a parte", il quale ha notevolmente contribuito a rendere il programma noto e riconoscibile al grande pubblico. Ebbene, il suddetto motivo musicale è stato riarrangiato ed eseguito in modo strumentale, donando allo show quel tocco di varietà in più che davvero gli mancava. 
In definitiva, il giudizio complessivo sul programma è sostanzialmente mediocre.

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