martedì 15 novembre 2011

#ilpiùgrandespettacolodopoilweekend - Recensione



L'ultimo show di Fiorello si era attestato al lontano 2004 con “Stasera pagio io... Revolution” e da allora sono passati ben sette anni prima del nuovo avvento del fenomeno Fiorello in tv. Ebbene, il miracolo è avvenuto il 14 novembre in prima serata su Rai 1, la “rete di Don Matteo”. Parlo di miracolo poiché nella moria di programmi e show raffazzonati cancellati dopo due puntate, fra reality show abominevoli e varietà raccapriccianti, serviva davvero alla televisione italiana, quella pubblica a maggior ragione, una ventata d'aria fresca, sana, capace di dare nuova luce all'intrattenimento televisivo, in grado di fornire ai telespettatori un valido motivo per trascorrere la serata davanti alla tv, un motivo che non sia legato alle finte liti obbligate e scandali spiccioli in onda sulla rete concorrente. Il fenomeno Fiorello è portatore non solo di ottimi ascolti garantiti ma anche di un modo di fate spettacolo indubbiamente genuino, senza fronzoli, prevalentemente basato sull'improvvisazione, a mio avviso il miglior modo possibile di cui dispone un one man show per far ridere sinceramente gli spettatori. Di certo Fiorello non è una novità, né è una novità il suo modo di fare televisione, né è una novità il format televisivo anche se proprio quest'ultimo è stato ultimamente vittima di abusi e soprusi da parte di autori, conduttori e critica, i quali hanno fatto passare dei disdicevoli teatrini aberranti in programmi di varietà. Il varietà suggerisce proprio uno spettacolo in grande stile, nel quale c'è spazio per ogni forma di intrattenimento, coadiuvato da un'imponente scenografia e capitanato da una personalità capace di attirare su di se tutte le attenzioni possibili. Questo è il vero varietà e questo è il nuovo spettacolo di Fiorello, né più né meno. È spettacolo allo stato puro, godibile e mai eccessivo, leggero e frizzante, con l'unico intento di divertire, un'arte ormai in via di estinzione, anzi di mutamento, poiché oggigiorno si fa ridere solo se si ricade nel ridicolo con battute a sfondo sessuale o con parolacce o con i soliti luoghi comuni. Quindi, il miracolo Fiorello è riuscito a ridare alla televisione quel tipo di spettacolo davvero genuino, asciutto, senza il bisogno di ricorrere a futili espedienti per rincorrere gli ascolti.

Nonostante ciò, siccome nessuno è perfetto qualche perplessità è legittimata a fare capolino, qualche nota stonata è normale che venga alla luce. Prima di tutto bisogna sottolineare la sequela di battute di scarso profilo umoristico propinate dal conduttore ad inizio programma, battute che sono subito ed immancabilmente ricadute sugli avvenimenti politici attuali. Probabilmente era inevitabile un rimando all'attualità, soprattutto ora che il più grande capocomico/presidente del consiglio italiano della storia è uscito di scena con la conseguente disoccupazione di decine di comici, giornalisti, scrittori e quant'altro. Ma a parte qualche battuta stantia sulla plastica facciale della Santanchè, sulle bandiere, pardon bandane a mezz'asta di Arcore, sulle presunte pilloline blu nei cassetti della scrivania di Silvio che il bonario Mario Monti potrebbe trovare, sulla caduta libera dei capelli dell'ex premier, Fiorello si è poi lasciato andare a ciò che sa fare davvero bene, ovvero lasciando in disparte il (modesto) copione per dare spazio all'improvvisazione pura con la quale riesce davvero a dare il meglio di se, interagendo con il pubblico in sala e in particolare prendendo di mira il direttore di Rai 1 Mauro Mazza minacciando più volte di poterlo baciare in bocca così come aveva fatto in passato con Fabrizio Del Noce. Anche il maestro Enrico Cremonesi non è stato risparmiato dalle battute di Fiorello così come è stato tirato in ballo Marco Baldini con le sue disavventure nel mondo del cinema.

In definitiva, Fiorello ci sa fare, la rete si fida di lui e fa bene, è uno dei pochi professionisti della tv e dovremmo andarne tutti fieri. Probabilmente una cosa piuttosto eccessiva è stata la scelta delle canzoni per riempire i vuoti che si sarebbero venuti a creare fra una battuta e l'altra. Sappiamo che Fiorello sa fare a cantare, sappiamo che è bravo e sappiamo che gode nel dare prova delle sue dotazioni vocali, ma tutto questo nei limiti della sopportazione, senza rischiare di fare una canzone su tutto così come è stato fatto nella prima puntata dello show. Caro Fiore, sei bravo a cantare, ma limitati a qualche brano, datti una regolata, poniti un limite, che ne so, quattro canzoni a serata per esempio. Buona invece la scelta di puntare sulle cover dei brani, reinterpretati con stili musicali diversi dalle versioni originali. Nulla da dire invece sugli ospiti, Novak Đoković in verità non si è capito se ci fa o ci è e Giorgia invece è stata semplicemente magistrale, è stata al gioco ed ha interpretato a fine serata “Se telefonando” in versione anticata in bianco e nero dalla dubbia utilità; l'eunuco canterino Giuliano Sangiorgi ci ha invece deliziato con la sua grandiosa potenza vocale pregna di mascolinità.
Solo una nota sullo studio: ho come avuto l'impressione che la Rai abbia voluto a tutti i costi esagerare con la realizzazione di uno studio incredibilmente grande e del tutto eccessivo, esattamente come è stato fatto per lo studio del Grande Fratello, anch'esso sproporzionato rispetto alla reale utilità. In ogni caso, lodi lodi lodi allo studio e alla scenografia.

Nessun commento:

Posta un commento