L'ultimo
show di Fiorello si era attestato al lontano 2004 con “Stasera
pagio io... Revolution” e da allora sono passati ben sette anni
prima del nuovo avvento del fenomeno Fiorello in tv. Ebbene, il
miracolo è avvenuto il 14 novembre in prima serata su Rai 1, la
“rete di Don Matteo”. Parlo di miracolo poiché nella
moria di programmi e show raffazzonati cancellati dopo due puntate,
fra reality show abominevoli e varietà raccapriccianti, serviva
davvero alla televisione italiana, quella pubblica a maggior ragione,
una ventata d'aria fresca, sana, capace di dare nuova luce
all'intrattenimento televisivo, in grado di fornire ai telespettatori
un valido motivo per trascorrere la serata davanti alla tv, un motivo
che non sia legato alle finte liti obbligate e scandali spiccioli in
onda sulla rete concorrente. Il fenomeno Fiorello è portatore non
solo di ottimi ascolti garantiti ma anche di un modo di fate
spettacolo indubbiamente genuino, senza fronzoli, prevalentemente
basato sull'improvvisazione, a mio avviso il miglior modo possibile
di cui dispone un one man show per far ridere sinceramente gli
spettatori. Di certo Fiorello non è una novità, né è una novità
il suo modo di fare televisione, né è una novità il format
televisivo anche se proprio quest'ultimo è stato ultimamente vittima
di abusi e soprusi da parte di autori, conduttori e critica, i quali
hanno fatto passare dei disdicevoli teatrini aberranti in programmi
di varietà. Il varietà suggerisce proprio uno spettacolo in grande
stile, nel quale c'è spazio per ogni forma di intrattenimento,
coadiuvato da un'imponente scenografia e capitanato da una
personalità capace di attirare su di se tutte le attenzioni
possibili. Questo è il vero varietà e questo è il nuovo spettacolo
di Fiorello, né più né meno. È spettacolo allo stato puro,
godibile e mai eccessivo, leggero e frizzante, con l'unico intento di
divertire, un'arte ormai in via di estinzione, anzi di mutamento,
poiché oggigiorno si fa ridere solo se si ricade nel ridicolo con
battute a sfondo sessuale o con parolacce o con i soliti luoghi
comuni. Quindi, il miracolo Fiorello è riuscito a ridare alla
televisione quel tipo di spettacolo davvero genuino, asciutto, senza
il bisogno di ricorrere a futili espedienti per rincorrere gli
ascolti.
Nonostante ciò, siccome nessuno è perfetto qualche
perplessità è legittimata a fare capolino, qualche nota stonata è
normale che venga alla luce. Prima di tutto bisogna sottolineare la
sequela di battute di scarso profilo umoristico propinate dal
conduttore ad inizio programma, battute che sono subito ed
immancabilmente ricadute sugli avvenimenti politici attuali.
Probabilmente era inevitabile un rimando all'attualità, soprattutto
ora che il più grande capocomico/presidente del consiglio italiano
della storia è uscito di scena con la conseguente disoccupazione di
decine di comici, giornalisti, scrittori e quant'altro. Ma a parte
qualche battuta stantia sulla plastica facciale della Santanchè,
sulle bandiere, pardon bandane a mezz'asta di Arcore, sulle
presunte pilloline blu nei cassetti della scrivania di Silvio che il
bonario Mario Monti potrebbe trovare, sulla caduta libera dei capelli
dell'ex premier, Fiorello si è poi lasciato andare a ciò che sa
fare davvero bene, ovvero lasciando in disparte il (modesto) copione
per dare spazio all'improvvisazione pura con la quale riesce davvero
a dare il meglio di se, interagendo con il pubblico in sala e in
particolare prendendo di mira il direttore di Rai 1 Mauro Mazza
minacciando più volte di poterlo baciare in bocca così come aveva
fatto in passato con Fabrizio Del Noce. Anche il maestro Enrico
Cremonesi non è stato risparmiato dalle battute di Fiorello così
come è stato tirato in ballo Marco Baldini con le sue disavventure
nel mondo del cinema.
In definitiva, Fiorello ci sa fare, la rete si fida di lui e fa bene,
è uno dei pochi professionisti della tv e dovremmo andarne tutti
fieri. Probabilmente una cosa piuttosto eccessiva è stata la scelta
delle canzoni per riempire i vuoti che si sarebbero venuti a creare
fra una battuta e l'altra. Sappiamo che Fiorello sa fare a cantare,
sappiamo che è bravo e sappiamo che gode nel dare prova delle sue
dotazioni vocali, ma tutto questo nei limiti della sopportazione,
senza rischiare di fare una canzone su tutto così come è stato
fatto nella prima puntata dello show. Caro Fiore, sei bravo a
cantare, ma limitati a qualche brano, datti una regolata, poniti un
limite, che ne so, quattro canzoni a serata per esempio. Buona invece
la scelta di puntare sulle cover dei brani, reinterpretati con stili
musicali diversi dalle versioni originali. Nulla da dire invece sugli
ospiti, Novak
Đoković in verità non si è capito se ci fa o ci è e Giorgia
invece è stata semplicemente magistrale, è stata al gioco ed ha
interpretato a fine serata “Se telefonando” in versione anticata
in bianco e nero dalla dubbia utilità; l'eunuco canterino Giuliano
Sangiorgi ci ha invece deliziato con la sua grandiosa potenza vocale
pregna di mascolinità.
Solo
una nota sullo studio: ho come avuto l'impressione che la Rai abbia
voluto a tutti i costi esagerare con la realizzazione di uno studio
incredibilmente grande e del tutto eccessivo, esattamente come è
stato fatto per lo studio del Grande Fratello, anch'esso
sproporzionato rispetto alla reale utilità. In ogni caso, lodi lodi
lodi allo studio e alla scenografia.
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