domenica 17 febbraio 2013

Lost In Google - Il livello narrativo

A partire da questo post si andranno ad esaminare in dettaglio tutti gli elementi costitutivi di questa webserie, la quale è composta da 6 episodi numerati dallo 0 al 5, a cominciare dalla struttura narrativa per passare poi a quella attanziale.

Il livello narrativo
Per quanto concerne il livello narrativo, la trama è costituita da 2 parti fondamentali:
  1. il mondo del reale o mondo materiale;
  2. il mondo del virtuale (Internet e il web);
Questi due livelli rappresentano le basi spaziali e temporali sulle quali si sviluppa la trattazione. All'inizio della storia le scene si collocano nel mondo reale, quindi nella quotidianità della vita di tutti i giorni, mentre in un secondo momento la narrazione si proietta anche all'interno del mondo virtuale, più precisamente nel sito di Google. Attraverso questa dislocazione spaziotemporale il racconto si divide in due parti parallele che corrispondono a quelle dei due protagonisti: Ruzzo Simone per quanto concerne il virtuale e Proxy in merito al mondo materiale, anche se successivamente queste due linee parallele, sulle quali scorre lo spazio-tempo della storia, arriveranno ad avere un punto d'incontro, cui però allo stesso modo non segue un incontro dei protagonisti fra di loro.
La particolarità di questo impianto risiede nell'osservare l'intreccio che le nostre vite materiali possiedono con l'aspetto del virtuale e con i nuovi media: infatti, i due protagonisti compiono le loro azioni su due livelli distinti (uno materiale ed uno virtuale) ed allo stesso tempo perseguono due obiettivi complementari poiché Ruzzo Simone desidera ricongiungersi con il reale mentre Proxy desidera ritrovare Ruzzo Simone, quindi approdare nel virtuale.
In entrambi i mondi i protagonisti avranno a che fare con elementi del mondo opposto:
  • nel reale, Proxy ha a che fare con l'utilizzo di Twitter, con password di accesso ad un portale e con i meme;
  • nel virtuale, Ruzzo Simone ha a che fare con l'analogismo del virtuale, ovvero una rappresentazione figurativa del virtuale. È attraverso questo meccanismo che Google viene raffigurato come un immenso spazio bianco illimitato dov'è collocata un'infinita fila di sedie su ognuna delle quali si trovano gli elementi più cercati dagli utenti; così come l'enciclopedia Wikipedia viene rappresentata da un enorme edificio universitario sormontato dal celebre globo formato da tante tessere di un puzzle; oppure, Google Street View viene semplicemente (e banalmente) pensata come una serie di strade nelle quali ci si può spostare con facilità; infine, YouTube viene ritratto come un grande cinema nel quale gli utenti si siedono e dove possono lasciare i loro commenti su appositi foglietti al video che si sta per proiettare.

La trama che si articola fra questi due paralleli livelli spaziotemporali è incredibilmente semplice poiché ruota attorno al momento in cui, seduti ad un tavolo, Proxy chiede a Ruzzo Simone di cercare su Google alcuni nomi di persone da loro conosciute per visualizzarne i risultati. Divertiti dalle ricerche, Proxy propone all'amico di cercare “Google” su Google, allorché il ragazzo si lascia incuriosire e cede alla tentazione ma questa volta, invece di visionare i risultati della sua ricerca, viene risucchiato all'interno dello schermo del computer, ritrovandosi così dentro Google, nella fatidica sala d'attesa bianca sopraccitata. È da qui che si svilupperanno poi i due programmi narrativi relativi ai due protagonisti ma, al di la di questo, la struttura narrativa si presenta basilare, poiché costellata da un limitato numero di personaggi e senza che vi siano particolari tipi di intrecci della trama o di discorsi criptici dall'astrusa comprensione. La debolezza della storia è inficiata anche dall'assenza di un vero e proprio antagonista che, in un sistema attoriale basico, testimonia la reale ragione che si annida dietro alla volontà dell'eroe di perseguire il suo obiettivo. In assenza di un vero nemico, il senso delle azioni dei protagonisti appare privo di fondamento poiché senza alcun oppositore apparente la risoluzione del programma narrativo apparirebbe fin troppo facile da completare.
A rendere il tutto più complesso sotto il profilo narrativo sono i messaggi lasciati dagli utenti, che danno consigli su come la storia dovrebbe o potrebbe evolversi. Questi commenti, scelti dagli autori, compaiono materialmente negli episodi e, come vedremo più avanti, svolgono a loro modo dei ruoli da personaggi, seppur in senso lato. Ebbene, questi messaggi rendono la trama più complessa poiché la libera proposizione di consigli da parte degli utenti legittima questi ultimi ad offrire le idee più disparate, sciocche, bizzarre, stravaganti e strampalate che, oltre a rendere le azioni più dinamiche, portano però a confondere e a disorientare lo spettatore, il quale crede sino ad un certo momento di avere colto il senso del discorso per poi essere subito dopo smentito dall'apertura di un altro discorso in un altro contesto. Come detto, il senso di smarrimento non è dettato dalla complessità della trama, bensì da un'accozzaglia nonsense di situazioni totalmente slegate fra di loro la cui utilità sembra più quella di riempire le lacune del racconto piuttosto che dare un significato alla storia. Per corroborare perciò la presunta importanza svolta dall'inserimento dei commenti degli utenti nelle scene, nell'episodio 1 la protagonista Proxy afferma: “Noi facciamo quello che loro ci dicono di fare”, in riferimento proprio alle proposte avanzate dagli utenti. Quest'affermazione è solo un palliativo poiché in futuro, come si vedrà, i protagonisti cessano di fare direttamente quello che il pubblico suggerisce loro ma agiscono come se ci fosse una sceneggiatura, come se non ci fosse alcun commento mascherato da canovaccio e questo aspetto delegittima ancora una volta la presunta rilevanza dell'interattività con gli utenti.

Per quanto concerne l'aspettualizzazione temporale, siamo difronte ad un processo incoativo nel quale le scene vengono narrate con discontinuità e non con una certa linearità; a questo proposito si lega la scelta di prediligere una messa in prospettiva alternata che consente proprio di seguire le diverse azioni dei personaggi narrate in prima persona.
Sempre legato all'aspetto temporale è il concetto delle anacronie, ovvero delle traslazioni temporali che si discostano dal normale avanzamento della storia. Nello specifico, possiamo rintracciare delle prolessi, ovvero delle anticipazioni di eventi futuri, individuabili nell'episodio 3, quando Ruzzo Simone, consultando la sua pagina su Wikipedia, scopre il momento della sua morte, la quale avverrà di li a breve, e nell'episodio 4, quando il NERD anticipa che ci sarà di li a poco uno scontro a fuoco perché “Vogliono una sparatoria” (in riferimento ai commenti degli utenti).
Allo stesso modo possiamo individuare delle analessi, ovvero delle regressioni temporali a fatti accaduti in precedenza, le quali sono interne al racconto, ovvero si pongono sullo stesso livello della linea temporale sulla quale si dislocano i fatti narrati. Queste analessi rappresentano un débrayage temporale poiché all'interno della storia il tempo si distacca dall'ordine degli eventi prendendo altre strade narrative. Nello specifico, si individua un'analessi nell'episodio 2, nella scena in cui Ruzzo Simone parla a Proxy con tono affabile di quali ipotetici mondi possono celarsi al di la della realtà di tutti i giorni. In questa regressione temporale, non ben specificata e collocata in un indeterminato momento del passato, possiamo anche individuare un'aspettualizzazione attoriale di Ruzzo Simone, ovvero siamo in grado con questa scena di abbozzare un'ipotesi sulla possibile relazione sentimentale che vi è fra i due e questo ragionamento scaturisce dal fatto che Ruzzo Simone si rivolge alla ragazza a bassa voce e i due si trovano in un posto all'aperto, di notte, mentre osservano il cielo stellato. Tutti questi elementi ci suggeriscono che siamo difronte ad una situazione d'intimità fra i due, segno che in un passato non ben definito fra i protagonisti vi è stato un rapporto di vicinanza sentimentale che però, al momento, non viene ulteriormente approfondito. Quindi l'aspettualizzazione attoriale che investe Ruzzo Simone serve allo spettatore per avanzare delle ipotesi sul ruolo che egli ricopre rispetto alla sua amica Proxy, ruolo che al momento resta indeterminato.
Dopo questo débrayage temporale avviene un ritorno al presente, cioè alla narrazione ordinaria dei fatti, e quindi siamo davanti ad un embrayage, ovvero al rientro nel flusso temporale della storia.
Un altro caso di débrayage lo si riscontra alla fine dell'episodio 4, quando il NERD, su ordine di Proxy, è in grado di far retrocedere la vita virtuale di Ruzzo Simone, che nel frattempo era stato ferito a morte durante il combattimento a fuoco citato poc'anzi. Grazie alla regressione temporale il NERD riesce a salvare la vita al ragazzo riportandolo indietro nel tempo, più precisamente nell'anticamera bianca di Google, seduto su una sedia. A questo débrayage però non fa seguito un adeguato embrayage poiché questo artificio narrativo serve alla storia per consentirle di andare avanti nel racconto, oltre che a salvare la vita a Ruzzo Simone: questa analessi rappresenta perciò sia una regressione temporale e sia un nuovo inizio della storia, chiaramente necessario affinché gli eventi possano procedere.

Infine, sempre a livello narrativo, va sottolineato il continuo rinvio anaforico alla stessa webserie ed agli elementi propri del web, dando così vita ad una delle più rilevanti isotopie della fiction, ovvero quella relativa all'autoreferenzialità ed al mondo virtuale in generale. Questa autocitazione la si ritrova soprattutto nell'ultimo episodio, il numero 5, il più denso di riferimenti alla medesima webserie, a cominciare dall'anticamera di Google nella quale si ritrova Ruzzo Simone dopo essere stato salvato dal NERD: in questo luogo il ragazzo avanza verso una porta rossa sulla quale campeggiano i numeri “319009”, che altro non sono che la scritta “Google” al contrario (“Elgoog”) sottoforma di cifre, aperta la quale si ritrova in un altro spazio bianco dove diversi monitor sospesi nell'aria mostrano al ragazzo i volti divertiti degli utenti che gli confessano di essere loro i decisori delle sue azioni e degli avvenimenti della storia così come gli rivelano di essere il protagonista di “Lost In Google”. Sempre nell'episodio 5, all'interno del cinema che rappresenta YouTube, Proxy assiste prima alla proiezione di una pubblicità dove lei, Ruzzo Simone e il loro amico Ciro (che incontreremo più avanti) ne sono i testimonial e la ragazza sbuccia una banana affermando che “la mangia perché è buona”. Subito dopo lo spot viene proiettato il primo episodio di “Lost In Google” e agli spettatori in sala viene consentito di poterne modificare la trama grazie all'inserimento di suggerimenti scritti su di un cartoncino. Siamo qui davanti ad una continua e forte ripetizione del meccanismo interattivo che sorregge l'obiettivo della webserie: nella realtà avviene che gli autori chiedono aiuto agli utenti consentendo loro di inviare consigli, mentre nel virtuale avviene la medesima cosa mascherata da sceneggiatura, incarnando così un vero e proprio sistema anaforico che altro non fa che disorientare lo spettatore, poiché non si riesce a cogliere il senso di questa ripetizione continua, così come tale sistema appesantisce le scene poiché sembra solo utile a riempire un vuoto di regia.
Sorge a questo punto una domanda: se all'interno della webserie gli autori si autocitano e ritornano a sottolineare il meccanismo interattivo che sottostà alla medesima svelando a Ruzzo Simone di essere il protagonista, a che scopo allora creare questo racconto dove non si capisce la ragione per la quale esso viene raccontato? A che scopo creare una webserie che invece di raccontare qualcosa ritorna su se stessa con insistenza, senza poi essere in grado di raccontare alcunché?

Per finire, ritornando al tema delle isotopie sopra menzionato, ne possiamo individuare un'altra, quella della navigazione sul web e anche dello smarrimento in esso; un'altra isotopia è data, seppur in tono completamente comico, dall'utilizzo continuo della banana, poiché essa compare in continuazione lungo tutta la serie.

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