lunedì 11 febbraio 2013

L'utopia del Movimento 5 Stelle


Con questo post giungiamo al secondo (ma non ultimo) esempio di buona comunicazione politica, o comunque una comunicazione efficacie ed incisiva, capace di lasciare il segno.
In merito al Movimento 5 Stelle bisogna primariamente fare una premessa importante, che rappresenta anche il corpus identitario del partito di Beppe Grillo, ovvero il suo essere un “movimento”. A tal proposito diviene necessario capire cos'è un movimento rispetto ad un partito politico e in cosa questi due termini si differenziano tra loro.

Innanzitutto, un movimento rappresenta un insieme di persone piuttosto numerose che decidono di organizzarsi in modo compatto per fare fronte ad un malessere socialmente diffuso nei confronti del quale provano dei sentimenti fortemente negativi e, in certi casi, subendone anche gli effetti in modo personale. Quali potrebbero essere questi malesseri sociali contro i quali si scaglia il movimento? Sono, ad esempio, la capitalizzazione, le banche, le multinazionali, le industrie petrolifere, lo sfruttamento dell'ambiente e della natura, gli abusi sulle minoranze etniche, la supremazia della politica etc. Tutti questi temi, che vengono genericamente identificati con connotazioni valoriali negative, non sono propriamente tipici di una singola nazione o popolazione, ma travalicano i confini politici e regionali estendendosi oltre ogni frontiera fisica e culturale, realizzando in tal modo una fitta rete di interconnessioni transculturali che consente a migliaia di persone di scagliarsi proprio contro tutto ciò che considerano nocivo, ingiusto e incivile per il mondo intero.

Nonostante le grandi distanze geografiche che separano i singoli gruppi di cittadini indignati, l'ondata di protesa riesce ad estendersi praticamente in tutto il globo, soprattutto grazie all'ausilio delle nuove tecnologie: è da qui che nasce il nome del movimento più celebre della storia recente, ovvero quello nato a Seattle alla fine del 1999,che da “popolo di Seattle” divenne “movimento global” ed infine “no-global”. Per “global” si intende appunto sia la grande varietà dei temi sui quali avvengono le mobilitazioni e sia il carattere reticolare del movimento anche se proprio questi due elementi fanno da volano ad altri due importanti fattori che caratterizzano il movimento, ovvero quello della disorganizzazione, con riferimento proprio alla grande vastità del movimento stesso che riesce a coinvolgere un indeterminato numero di cittadini rendendo difficili i rapporti organizzativi interni, e quello dell'informalità, ovvero l'abbandono da parte del movimento di figure o simboli istituzionali, di un linguaggio denso di politichese e di luoghi di ritrovo popolari e rappresentativi.

Il movimento perciò, avendo l'intento di presentarsi come alternativo e diverso dai soliti sistemi di fare politica, vuole proporsi come un fenomeno controcorrente, undreground, postmoderno, al solo fine di attirare l'attenzione per far parlare di se e delle proprie proteste. A tal proposito però sorge l'ennesimo problema che intacca il movimento, cioè il modo stesso di protestare, la manifestazione dell'atto in se: il movimento riscuote successo e notorietà per avere sollevato molti temi sgradevoli e preoccupanti per il mondo intero rendendoli noti e popolari, ma oltre a questo cos'altro ha fatto il movimento? Detto in altri termini: oltre a sottolineare e rimarcare con determinazione le tante problematiche che affliggono il pianeta, il movimento è oppure no capace di presentare anche delle soluzioni, delle alternative a questi problemi? È chiaro che la protesta di per se stessa serve a ben poco se ad essa non segue anche una strategia risolutiva ed è su questo fatto che gli analisti di comunicazione politica avanzano le loro critiche, ovvero sulla mancanza di proposte da parte del movimento, il quale rischia di finire per essere visto solo come un modo per raccogliere e dare voce al malcontento popolare.

Nel M5S di Beppe Grillo si possono rintracciare tutte queste caratteristiche appena citate, tenendo presente che il movimento in questione deve essere adeguatamente ridimensionato rispetto ai classici movimenti no-global. Limitatamente all'ambito italiano, il M5S negli anni ha raccolto i fronti di protesta dei cittadini indignati dal mondo della politica fatto di privilegi vergognosi e senza ritegno, di sperpero di denaro pubblico al solo scopo di soddisfare inezie e desideri personali aventi nullo interesse per la collettività, di classi dirigenti vecchie composte da personaggi seduti in parlamento dall'età adolescenziale per non parlare dei fenomeni della corruzione, dei favoritismi e dei sotterfugi che dilagano in ambito politico. Tutto questo ginepraio di negatività è stato rivelato dal comico Beppe Grillo, uomo dalle indubbie capacità manipolatorie essendo capace di attirare su di se l'attenzione degli ascoltatori, rapiti dalle sue capacità di linguaggio intercalate da numerose battute umoristiche ed è proprio grazie alla notorietà del comico se il M5S ha potuto raggiungere livelli di popolarità e gradimenti molto elevati, persino al di sopra di certi partiti come il PDL post scandali sessuali.
Possiamo quindi rintracciare nella raccolta del malcontento generale e nell'atto di evidenziare i problemi i due principi cardine del movimento, divenuto nel tempo il raduno di coloro che si erano allontanati e disaffezionati alla politica e che videro nel M5S l'unico porto franco di giustizia, opportunità, serietà e coerenza, tutti principi che le la classe politica non era stata capace di dimostrare.

Un altro elemento distintivo del movimento di Beppe Grillo è la sua repulsione per i mezzi d'informazione canonici, preferendo ad essi l'utilizzo di internet e degli strumenti e servizi da essa offerti, il blog fra tutti; questo allontanamento, questo rifiuto dei mezzi di comunicazione di massa come la radio, la televisione e la carta stampata non ha dato vita ad un effetto d'impoverimento informativo degli intenti del movimento ma, al contrario, ha stimolato l'interesse generale della collettività a raggiungere in ogni modo i canali di informazione privilegiati dal movimento, suscitando nei cittadini l'insorgere di un nuovo e vivo interesse sia nei confronti del tenersi informati e sia nei confronti della politica, o comunque di una nuova forma di politica. Questo aspetto risulta di indubbia rilevanza poiché la televisione più di ogni altra incarna proprio il mezzo di comunicazione per eccellenza, quello presente pressoché in ogni casa o in ogni luogo pubblico d'Italia, venendo quindi ritenuta come il migliore modo per ottenere visibilità: da questa visione il M5S se ne discosta nettamente, reputando la tv come un mezzo disinformativo, non tanto per le sue caratteristiche tecniche, quanto invece per i contenuti da lei veicolati, ovvero i programmi politici (i talk show) ed i suoi conduttori, spesso giornalisti già politicamente schierati, quindi non super partes. Lontano da questa concezionale, il movimento di Grillo predilige il web come principale (nonché unico) canale d'informazione, grazie al quale è possibile dare vita proprio a quel carattere reticolare e multietnico che lo contraddistingue, quest'ultimo in particolare consente al movimento di essere aperto a tutti, a qualsiasi persona che si riconosca nel fronte di protesta del M5S.

Nel rapporto del movimento con i media possiamo individuare quello che viene definito come “mediattivismo”, un termine sorto pochi mesi dopo l'evento di Seattle e col quale si fa riferimento a tre attività principali: una, già annunciata, è quella del controllo politico dei media, visti come canali d'informazione privilegiati dai monopoli mediatici e politici, dai quali si mantengono le distanze cercando realizzare dei canali d'informazione alternativi e indipendenti; la seconda attività è quella ludica, ovvero il gioco con i media visti come macchine da manovrare a piacimento e da ingannare e manipolare, grazie soprattutto all'intervento di hacker e di nuovi software per l'informazione indipendente; la terza attività è quella creativa che vede nel movimento il veicolo per la costruzione di un ipotetico mondo immaginario, utopico, e che utilizza la comunicazione come una forma di narrazione collettiva.
Anche nel M5S possiamo riscontrare tutti questi elementi distintivi che altro non fanno che rinforzare l'identità di questo modo d'espressione politica che fa di tutto per non essere un partito scegliendo di chiamarsi movimento, non vuole avere a che fare con i media ma finisce per utilizzarli, sottolinea ed evidenzia i problemi senza però proporre nulla di alternativo. Detto in altri termini: gli elementi di forza del movimento sono anche quelli che ne causano le debolezze. In ogni caso, il M5S non ha mai negato la sua natura di movimento sociale ed in quanto tale ne subisce anche le debolezze e le carenze di contenuti. Ma visto che il nostro discorso è incentrato sul grado di comunicatività del movimento, non ci resta che appurare l'indubbia efficacia dei suoi sistemi informativi, in particolare il rapporto con la televisione che, come abbiamo visto, invece di rendere meno visibile l'immagine del movimento ne ha sancito la notorietà grazie all'utilizzo di internet, un mezzo prevalentemente in uso fra i giovani che costituiscono anche la fetta di elettori e di simpatizzanti più ampia.

Sistemi di comunicazione “moderni” come il web, allontanamento dalla tv e dai media canonici e la messa in evidenza dei problemi sociali rappresentano i temi prediletti dal M5S che, facendo leva sul disagio e sullo scontento suscitato nei cittadini riesce a riscuotere notevole successo e a porsi come un movimento di cui ci si può fidare perché “pulito” e lontano dalle consuete abitudini negative che affliggono il mondo della politica. A tutto ciò va aggiunta un'altra costituente significativa, rintracciabile nelle dichiarazioni estreme di Beppe Grillo, il quale si impegna non soltanto a sottolineare gli scandali della politica ma li corona di battute volgari (come nel caso dei celebri “Vaffa day”) e di affermazioni dai toni forti e violenti: basti pensare alle sue uscite sulla proposta dell'eliminazione di tutti i sindacati esclusa la Fiom, oppure le sue esternazioni sui tanti privilegi che fanno capo al Presidente della Repubblica, che mai prima di allora si era osato contestare, così come si può citare la sua proposta di uscire dall'Euro per ritornare alla Lira, o della totale eliminazione delle province o del suo no accanito contro la Tav e l'eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti etc. Sul turpiloquio in verità non ci sarebbe di che stupirsi poiché, partendo dal presupposto che le parolacce (in quanto parole) vanno usate tenendo conto sia del contesto e sia del tono con cui vengono pronunciate, appare evidente che i nostri politici sono avvezzi a questo tipo di linguaggio e ne hanno data ampia dimostrazione nel corso nel tempo, per cui non è la parolaccia in se a destare scandalo ma è il modo in cui essa viene proferita, tenendo presente che più il tono vocale si alza e più il discorso assume le sembianze di un monito violento e aggressivo. Siamo qui difronte ad un aspetto consueto del movimento, una strategia utile allo scopo di provocare l'ascoltatore grazie all'ausilio del turpiloquio e dell'aggressività verbale, creando così un'empatia comunicativa e d'intenti fra chi protesta e chi vi assiste. Attraverso questa tattica Beppe Grillo riesce ad essere ben più inciso rispetto all'aplomb classica del politico, il cui linguaggio intriso di politichese rischia di non rendersi capibile e interpretabile dagli elettori; tale mossa discorsiva è utile anche ad avvicinare la figura di Grillo alla gente comune, poiché egli parla e si esprime come fa la gente normale, colmando quindi la distanza che spesso separa i cittadini dai politici.

Per concludere, si può affermare che il M5S gode di una buona popolarità grazie alle tattiche discorsive e comunicative sopra indicate, rendendolo, per importanza, alla pari di partiti ben più consolidati come il PD o il PDL, dimostrando inoltre di essere ben più lungimirante rispetto a questi ultimi grazie alla rilevanza data a internet ed ai nuovi media. Resta però da affrontare tutto quel vasto corpus tematico inerente le forti valenze negative insite nel M5S, delle quali se ne possono rintracciare tre, a cominciare dal ruolo di guru che Grillo riveste nel movimento, anche se la sua funzione si spinge molto più in la, assumendo le sembianze di un dittatore che distribuisce feroci moniti o diktat fra gli attivisti, ammonendoli duramente nel caso essi dovessero discostarsi dalle linee guida del movimento. Questo aspetto solleva la problematica della democraticità interna al movimento e della sua presunta esistenza a giudicare dalle reazioni di Grillo e dai moniti da lui lanciati, qualificando così il M5S più come proprietà esclusiva di Grillo che come movimento aperto e riformista.
Una seconda problematica, sempre legata a quella della democrazia, riguarda la figura di santone di Gianroberto Casaleggio, il leader spirituale del movimento, colui che ha trasmesso il potere performativo a Grillo e che ha plasmato e creato le ideologie e gli intenti che stanno alla base del movimento. Il M5S risulta essere così una sottospecie di setta, una cricca di adepti apparentemente aperta a chicchessia ma sorretta da rigide regole ferree e governata da due figure: un profeta spirituale e un messia mediatico.
Infine, il terzo problema è relativo all'utilizzo di internet e del web come mezzo prescelto per la distribuzione dell'informazione, facendo con ciò riferimento al digital divide, ovvero le forti differenze e capacità d'accesso alla rete che contraddistinguono i diversi utenti e cittadini. Scegliere la rete come prevalente mezzo di comunicazione da un lato facilita la fruizione delle informazioni da parte di coloro che dispongono di un computer o di un dispositivo che consente una connessione a internet, ma dall'altro lato impedisce a coloro che non hanno una connessione, o non dispongono delle conoscenze adeguate per l'utilizzo di internet, il reperimento delle informazioni del movimento; la scelta della rete come media prediletto rappresenta un vantaggio comunicativo solo apparente poiché esclude dal flusso informativo tutti coloro che con internet non hanno a che fare, soprattutto in un paese come l'Italia dove l'uso del web è ancora appannaggio di un'utenza prevalentemente giovane, portando così all'emarginazione di una fetta di possibili elettori particolarmente elevata. Bisogna però aggiungere che per ovviare a questo aspetto Grillo ha ampiamente sfruttato le piazze e gli ampi spazi aperti cittadini per avvicinarsi il più possibile anche a quell'elettorato che dal movimento resterebbe altrimenti escluso, ed in questo ritroviamo l'ennesimo e felice aspetto comunicativo del M5S, ovvero la prossimità alla gente, la vicinanza agli elettori, i quali assistono al comizio del leader non dallo schermo di un televisore o dalla platea di un palcoscenico, ma sono coinvolti direttamente dall'attiguità al leader che incita il pubblico a prendere parte al clima di disagio veicolato dai suoi sproloqui.

Non potendo qui trattare più ampiamente queste interessanti tematiche, non ci resta che concludere dicendo che il M5S si presenta come un partito da un lato fortemente proiettato verso il futuro, avendo una concezione “interattiva” e “ipertestuale” della politica, mentre dall'altro lato la carenza d'intenti e di proposte alternative concrete rischia di connotare il movimento come privo di contenuti ed incapace di fare, evidenziando anche in questo caso un non saper e un poter fare. Del resto, non si possono ancora avanzare delle critiche positive o negative sull'operato del M5S, poiché esso non possiede l'adeguata esperienza e conoscenza diretta, sul campo, della politica e, checché ne dica Grillo, per cambiare e stravolgere la politica bisogna utilizzare la politica stessa. 

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